una tigre blu sotto la pioggia
indaco, questo è oggi.
pioggia, infinita.
quel che resta del giorno è dentro la mia nuca e dentro la mia altezza.
desideri: un treno e un libro,
come dire un viaggiatore e un viaggio.
b y e b y e m o n a m o u r_ludovico einaudi
chissà dove va l'onda che non giunge sulla riva, quella che non si travolge sulla battigia, quella che torna lontano, unita nelle sue voci.
chissà cosa si porta dietro, cosa non lascia a chi la scorge da lontano, mentre rifugge dal termine della sua corsa.
ballerine bagnate e dita scoperte.
pianoforti tra persone che più non ascolto, che più non hanno voci, ma solo gesti.
sono io l'onda che rifugge, quella che non lascia tracce sulla sabbia neanche per un istante, lontana, dal tempo e dagli ormeggi.
anche la riva è lontana, troppo.
qualcuno ha deciso che non deve smettere di piovere,io ho deciso di non scegliere, di non svelare, di non dire. il sentire si fa sempre più leggero, l'eco si smorza in una nuvola di nebbia bassa e nel profumo bagnato dei gelsomini.
la mia anima è blu, come la tigre che mi passeggia accanto.
metallico
aria di pioggia
la sensazione sul viso del passeggiare sereni in attesa del temporale, l'eccitazione quasi fanciullesca d'inseguire la prima goccia con gesto di sfida, tardare a rientrare perché finalmente ogni cosa sembra non muoversi,catturata nel solo istante metallico dell'attesa.
l'immagine brunita delle facciate degli edifici, processione immobile di un riflesso cinerino al mio fianco.
osservo
case, finestre, porte, cortili.
leggo i nomi sui campanelli dei portoni, desiderando per un istante la vita di ciascuno.
per capriccio, per noia, per il brivido argentino e surreale di un cielo pieno di malinconia e della solitudine perfetta delle cose dimenticate e sospese in un'aria intorpidita.
non voglio più restare in nessun posto, non voglio più essere in nessun luogo.
vorrei disperdermi come polline, lenta, in quest'aria argentina, intrisa di tensione, di creazione, di poesia.
la sensazione sul viso del passeggiare sereni in attesa del temporale, l'eccitazione quasi fanciullesca d'inseguire la prima goccia con gesto di sfida, tardare a rientrare perché finalmente ogni cosa sembra non muoversi,catturata nel solo istante metallico dell'attesa.
l'immagine brunita delle facciate degli edifici, processione immobile di un riflesso cinerino al mio fianco.
osservo
case, finestre, porte, cortili.
leggo i nomi sui campanelli dei portoni, desiderando per un istante la vita di ciascuno.
per capriccio, per noia, per il brivido argentino e surreale di un cielo pieno di malinconia e della solitudine perfetta delle cose dimenticate e sospese in un'aria intorpidita.
non voglio più restare in nessun posto, non voglio più essere in nessun luogo.
vorrei disperdermi come polline, lenta, in quest'aria argentina, intrisa di tensione, di creazione, di poesia.
s' è avvertita a lungo, come un malessere di tutto, una cosmica sospensione del respiro. si era fermato l'intero universo. attimi, attimi, attimi.
le tenebre si sono carbonizzate di silenzio.
all'improvviso, acciaio vivo
..
questo anodino sfumare dell'anima e delle cose, questo azzurrino abbandono dell'indefinizione di tutto
b e r n a r d o s o a r e s
adagio in due tempi
ri leggo sedotta dalla musica delle parole.
ri leggo il loro senso.
ognuna delle cose in due tempi differenti e in due seduzioni in tempi differenti
la lettura di ogni cosa, anche delle persone.
il piacere in superficie, fluido e musicale soltanto
il piacere del significato, fermo ed evocativo, con un sorriso.
il treno mi regala sempre paesaggi inediti, son quelli della mia anima evocata a ogni scorcio.
le giornate che si allungano verso il blu primaverile portano una quiete piena di innamoramento e di compassione verso la vita.
anche la consapevolezza sembra nuova nell'aria tiepida, ma è solo il risveglio del sentimento dal sonno profondo dell'inverno.
il permeare dei colori di aprile diventa il preludio del prossimo viaggio che niente desidera di quello passato.
il prossimo viaggio anela a un silenzio templare e a un approdo azzurro e plastico, l'approdo del viandante, la quiete nel mutamento.
il sentire è nuovo
ma non noi, che certi giorni pare viviamo da sempre, anche se non su questa terra.
ri leggo il loro senso.
ognuna delle cose in due tempi differenti e in due seduzioni in tempi differenti
la lettura di ogni cosa, anche delle persone.
il piacere in superficie, fluido e musicale soltanto
il piacere del significato, fermo ed evocativo, con un sorriso.
il treno mi regala sempre paesaggi inediti, son quelli della mia anima evocata a ogni scorcio.
le giornate che si allungano verso il blu primaverile portano una quiete piena di innamoramento e di compassione verso la vita.
anche la consapevolezza sembra nuova nell'aria tiepida, ma è solo il risveglio del sentimento dal sonno profondo dell'inverno.
il permeare dei colori di aprile diventa il preludio del prossimo viaggio che niente desidera di quello passato.
il prossimo viaggio anela a un silenzio templare e a un approdo azzurro e plastico, l'approdo del viandante, la quiete nel mutamento.
Attraversi il bosco tiepido Aprile
consoli da sempre il viandante
pensieri leggeri si uniscono alle resine dei pini
pensieri leggeri si uniscono alle resine dei pini
si fa chiara la mente come nuvola
pensieri leggeri si uniscono alle luci e ai colori
al silenzio lontano delle nuvole
Entri dentro le case tiepido Aprile
risvegli all'amore gli amanti
mi affido al vento ai profumi del tempo
agli umori delle stagioni a meridione
pensieri leggeri si uniscono alle resine dei pini
al silenzio lontano delle nuvole
ma non noi, che certi giorni pare viviamo da sempre, anche se non su questa terra.
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